Il Patatone della discordia

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Si racconta che Zeus allestì un banchetto per la celebrazione del matrimonio di Peleo e Teti, genitori di Achille. Eris, la dea della discordia, non venne invitata. Irritata per questo oltraggio, Eris arrivò presso il banchetto, dove gettò una mela d’oro, con sopra l’iscrizione ???????? (“alla più bella”).

Le tre dee che la pretesero, scatenando litigi furibondi, furono Era, Atena e Afrodite. Esse parlarono con Zeus per convincerlo a scegliere la più bella tra loro, ma il padre degli dèi,
forse consapevole di essere in qualche modo parziale, non sapendo a chi consegnarla, stabilì che a decidere chi fosse la più bella non potesse essere che l’uomo più bello e cioè Paride, mortale frigio, principe di Troia, il quale era anche prediletto dal dio Ares.

Ermes fu incaricato di portare le tre dee dal giovane troiano, ed ognuna di loro gli promise una ricompensa in cambio della mela:

  • Atena, grazie al dono della sapienza, lo avrebbe reso capace di modificare eventi e materia a suo piacimento, finanche a superare le leggi della natura;
  • Era lo avrebbe reso così ricco che i suoi forzieri non sarebbero bastati a contenere le sue gemme e il suo oro, così potente che a un suo gesto interi popoli si sarebbero sottomessi e così glorioso che il suo nome avrebbe riecheggiato fino alle stelle;
  • Afrodite avrebbe appagato i suoi desideri amorosi concedendogli in sposa la donna più bella del mondo, Elena.

Paride favorì di gran lunga quest’ultima scatenando l’ira delle altre due. La dea dell’amore aiutò Paride a rapire Elena, moglie di Menelao, re di Sparta. Questo fatto portò successivamente alla guerra di Troia ragione per cui il pomo d’oro fu chiamato anche “patatone della discordia”.

Cari Bubu-lettori, la storia non mente e vi si possono trarre due insegnamenti:

  1. Tirà più una patatina / carotone (as you wish) che una coppia di buoi.
  2. La merda va spalata verso il basso =LEGGASI=> Zeus mica ha rifilato la rogna della mela al povero Paride per divertirsi … eh no l’ha fatto perchè sapeva che era un’inculata !!

Mia dolce Tina, diamo un bacino alle nostre Dee (tutte e tre assieme) e scordiamoci il patatone della discordia, anche perchè, in fondo, il premio patatone E’ SOLO MIOOOOOOO ! Tiè Tiè Tie

Tino



Patatone Awards

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A grande richiesta assegnerò a scadenza ovviamente irregolarissima i “Patatone Awards”

premi atti a tirare su il morale di chi li riceve e anche a tutti gli altri.

 

Oggi, visto che è la prima volta ne assegnerò tre (d’amor)

  • Gan: Per essere colui che ha ispirato il premio, il primo ad averlo richesto e il più esausto e meditabondo vignaiolo della nostra cumpa. Salamino ridarella -stop-
  • Lore!: Per aver preso una decisione meditata, difficile, sofferta.. Insomma ci vuole un gran coraggio.
  • Poto: per le vicende sentimentali già note, che lo avvolgono in spire sempre più confuse. Coraggio!

P.S. Se qualche mago della grafica, ora un po’ meno oberato dagli impegni, avesse tempo/voglia di creare un logo più decente per i patatone awards ne sarei assai felice 😉



So Romantic!

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In ritardo, as usual…

Colpa mia, del mio lavoretto etto etto che tanto etto non è (nonostante la paga lo sia, sigh!)

Colpa della combinazione auto+pargheggio+treno+vaporetto che si sa non può andare tutta liscia.

Colpa del fatto che quando siamo assieme il tempo ci sfugge dalle mani senza che neanche ce ne rendiamo conto (mai colpa fu più dolce).

Alla fine ci siamo persi Poto, L’Arsenale e i giardini dell’Arsenale. Ma, non me ne vogliano Poto e l’arte se dico che è stato comunque un bellissimo tardo pomeriggio+sera.

Il viaggio in vaporetto intrecciata al mio Tino, con il sole che faceva splendere le onde e le calli, l’incontro con amici vecchi e nuovi, il relax davanti ad uno spritz che guardava la giudecca (se non fosse per quelle stramaledette navi da crociera…. grrrrrrrrrr… Embolo partito!), la ricerca di una cenetta veneziana, le corse dietro alla Vecchia Marple, che pur essendo una Signora corre come un levriero 😀

Il salutarvi dalla porta dell’affollatissimo treno, con quel senso di romantico addio che solo i treni regalano.

E poi una Domenica di fine estate, nanna fino a tardino, la Nonna a pranzo (con conseguente affanno di preparativi, pulizie dell’ultim’ora, scleri mammeschi, che si sa quando arriva la suocera…).

E poi (ovviamente in ritardo) il viaggio fino a Mira, l’abbraccio del mio Tino che sa sempre di pulito e odore di Bubu (che buono l’odore di bubu), un bacio alla scuocera e al suocero, e un luuuungo giro in bici, sugli argini dei canali intorno al Brenta, “Pedalando senza frettaaaaa con il mio Bubu”, via sulla ghiaietta fino a Stra, scorci di Villa Pisani, Case bellissime (che sognooooo), un palio medievale, con moneta medievale, porchetta medievale, rosolio medievale, rugbisti medievali (troppa robbbba per i miei gusti, ma secondo me qualcun’altro avrebbe apprezzato 😛 ).

E poi di nuovo via in bici lungo le rive di questo fiuma calmo e placido, bellissimo, tinto di cielo e di sole.

E poi cenetta, di corsa, e poi l’addio, un lungo bacio e  il rimanere sveglia fino a taardi perchè tu eri in macchina verso Milano.

Ti amo, mi manchi già…




Origami…

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Stamattina mi sono svegliata praticamente piegata in due tra le coperte… Sembravo uno schiaccianoci, anzi uno SchiacciaBubu (TM Tino).

Ora, visto che comunque mi sono dovuta trascinare al lavoro, sarebbe carino se il signor Byb potesse trasformarmi in uno dei suoi eleganti origami, così almeno, invece di sembrare un fagotto di stracci su una sedia da ufficio, potrei fungere da elemento decorativo per il bubuzzino. Yes we can?!

In attesa, dopo un inefficace moment, il mio motto per la mattinata sarà “resistere, resistere, resistere” o un più attuale “Yet, we can reverse it“.

Se volete farvi una sonora risata, anche se lo scopo iniziale di questo video era più che serio (ahinoi!!) guardate qui .

Non mi resta che concludere… “Peace & Love” 🙂



Voglia d’autunno…

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Io che di solito odio questa stagione di lento declino, di foglie appassite, alberi spogli e brume, quest’anno non vedevo l’ora che arrivasse, per potermi adagiare in un calmo letargo, lontano dalle nevrastenie della fine dell’estate.

Non vedevo l’ora che il freddino dell’aria mi accompagnasse e facilitasse la ripresa del “solito” tran-tran lavorativo, spegnendo le mie resistenze, la mia poca voglia di lavorare che di solito spunta fuori ai primi caldi.

E invece niente, dopo una prima settimana d’acquazzoni e clima setembrino, ecco che di nuovo l’aria appiccica, il sole scotta, in totale contrasto con l’arancio delle foglie che cominciano ad ornare i marciapiedi. E anche io mi sento surriscaldata, incasinata, riottosa.

Speriamo che l’autunno torni presto, che arrivi il tempo degli gnocchi di zucca, dei funghi con la polenta, delle caldarroste, dei maglioni di lana e delle copertine di pile sul divano.

Chissà che così anche io possa tornare ad essere meno inquieta, mano recalcitrante a questa lontananza a cui credevo oramai di essermi rassegnata, e che invece ultimamente pesa come un macigno sul mio cuore.

 

L’ispirazione per parlare d’autunno mi è venuta grazie a Spa. Grazie Spa 🙂


Un weekend frenetico,

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meno male che alla fine arriva Poto!

Sabato mattina al lavoro, mentre Tino filava a Mantova a prendere la Lambra.

Il pomeriggio passato più o meno così:

ammira la lambra (o meglio i molteplici pezzi della stessa),

carica macchina, scarica macchina, riporta macchina al noleggio,

rabbonisci i suoceri contrariati dall’arrivo della bimba,

rabbonisci il Tino contrariato dai genitori contrariati,

cena e ciaccola con Tino e suoceri,

torna a casa con macchina di Tino (perchè Tino dopo mille mila km di viaggio è stremato).

Domenica mattina a dare una mano al papà casalingo disperato per due giorni:

lava bagno uno,

lava bagno due,

spazza e pulisci i pavimenti,

stendi il bucato,

fa una lavatrice di stracci e pezzuole usati per pulire bagno1+bagno2+pavimenti.

Poi finalmente luuunga doccia di bellezza, pranzetto e poi di nuovo in macchina verso Mira:

saluta suoceri,

ri-rabbonisci i suoceri (si sa che le trattative diplomatiche necessitano sempre di qualche summit di aggiornamente ogni tanto),

aiuta il Tino a fare il bagnetto,

vesti il Tino,

fuggi verso Tv (in ritardo) perchè avrei voluto cambiarmi per la cena,

diventa “pazza pazza pazza su una terrazza” per trovare un outfit piacevole,

schizza in macchina verso il centro per il meeting,

” ma che cinese è il tuo cinese?? perchè noi siamo davanti ad un cinese…. ahn, porta rossa??, porta tonda?? fiume?? fermata del bus??… boh!!),

E poi finalmente arriva Poto!

Batmobile, navigatore, finalmente un po’ di relax.

Cena, ciaccole continue, pettegolezzi, acidate varie, dolcetti, un paio di sms che vanno e vengono verso Asti.

Che bello!!!

Se non fosse per la cena non mi sarei neanche resa conto che era stato un weekend 😛

La lambra è bellissima, ma il fatto che sia smontata in mille pezzettini non ci consente di rilassarci più di tanto, anzi. E la lontananza goegrafica tra le due case dei bubu non ci consente di poterci vedere in maniera easy.

Ma portiamo pazienza, presto o tardi (speriamo presto!!!) ci sarà davvero quel micromini appartamento luminoso, due Bubu su un divano e un quadrupede per casa. E la lambra (completa e funzionante) in garage 🙂

Intato grazie a Poto, per averci “costretti” a distrarci… ci voleva proprio! Con una così charming compagnia, poi…

 

P.S. Stamattina un umore assurdo. Malavoglia, picchi d’umore, stanchezza e lentezza da bradipo.

Alla descrizione (ascoltata nel GR) del figlio del caduto che salutava le bare chiamando il papà (sfoggio di retorica che di solito mi fa girare le balle ad elica) mi sono scesi, istantanei due grandi lacrimoni.

Mah!


La nostra bimba sta arrivando…

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Certo, considerato che per i primi tempi sarà un po’ scombussolata, dovremo prenderci grade cura di lei e prima che riesca a stare in piedi da sola ed a muovere i primi passi ci vorrà del tempo. Ma già così sarà una gioia averla con noi 🙂
Il papà la sta andando a prendere, alla guida di un fiammante qubo rosso amaranto e oggi, poco dopo pranzo portò finalmente vederla per la prima volta.
Che emozione!!
La nostra prima Lambretta 😀


E intanto…

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Ne abbiamo mandati a morire altri SEI.

Per carità è vero che sono volontari, non sono più quegli sparuti ragazzetti che andavano a morire al fronte 60 anni fa, inseguiti dallo spauracchio della pena capitale.

Li paghiamo profumatamente, si scelgono la carriera che vogliono e tutto quello che ne consegue, però… Mandarli a morire così per niente, per aver voluto mettere lì una specie di dittatore diverso solo in minima parte da quelli che l’hanno preceduto, mi sembra veramente un insulto. Un personaggio a cui non è stata data alcuna legittimaizone popolare, ma un personaggio molto solo, che abbiamo voluto issare come un vessillo sul pennone della democrazia afgana (facendolo apparire agli occhi del suo popolo, poco più che un burattino nelle  nostre mani), per poi dimenticarcelo e lasciarlo a gestire rogne più grandi di lui.

Certo è che ora che abbiamo fatto esplodere il bubbone afghano, non possiamo tirarci indietro così senza colpo ferire. Perchè allora tanto valeva che lì manco ci andassimo. Se gli eserciti se ne andranno i taliban avranno campo libero, di nuovo, con l’aggravante di governare una popolazione decimata e stremata dalla guerra, che non avrà fatto altro che fiaccare ancora di più la loro resistenza al regime fondamentalista.

Ma tutti i fiumi d’inchiostro versati assieme alle lacrime, si sa non hanno mai buon seguito. Ce li dimentichiamo, insieme al dolore, al cordoglio, alla solidarietà, ai morti.

Ma questo approccio della “democrazia da esportare” va davvero dimenticato, va sostituito con un approccio partecipativo, che FUNZIONA, è ben accetto dalle popolazioni, c’è già, proviene dal basso, anche se spesso è osteggiato anche dagli “alleati” in divisa (forse proprio per questo…). C’è da dire che in questo campo, in questo cambiamento di rotta l’Italia può avere un ruolo chiave, ha un’attitudine alla cooperazione, alla solidarità e all’integrazione (all’estero eh, mica in patria) che molti ci invidiano.

Certo poi appena un cooperante si fa rapire diventa un irresponsabile deficente che rischia per niente, mentre i militari caduti sono degli eroi… Ma questo è un altro capitolo, che riguarda più una certa miopia e ipocrisia tutte italiane, che al momento non ho voglia di analizzare.

Onore ai caduti, morti sul lavoro (tutte le morti sul lavoro sono inguiste e insensate, proprio come queste).

Speriamo che almeno il loro sacrificio e quello di tanti civili afgani morti “per caso” possa servire ad un futuro migliore, per loro e per noi.


Ogni volta che guardo queste mi vengono i lucciconi

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La proposta…

Il matrimonio (Dal minuto 1.10 circa)


Eh sì perchè anche io ADORO “Brothers and Sisters!”…

E sappiate che un matrimoio così lo voglio celebrare anche io, quindi qualcuno di voi si sbrighi a trovare uno stato in cui posso farlo e io porterò i fiori 🙂

E con questo vorrei rendere onore e modestamente accodarmi alle parole di G. sul blog di Lore,

parole in cui mi riconosco, parole che fanno bene al cuore  (almeno al mio) come le immagini qui sopra.


No, allora, qui mi girano veramente gli zebedei…

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Il giornale ha trovato nuove vittime.

Stamane si parla di radio.

A parte tutto l’articolo, che vi consiglio comunque di leggere (se siete dotati di forte ironia vi spiacerete dalle risate, altrimenti è istruttivo), il passaggio che più di tutti mi ha fatto schiumare di rabbia è questo:

Radio 105, una delle più apprezzate dall’universo giovanile, grazie soprattutto allo Zoo, che è politicamente non schierato, se non con l’antipolitica,nel programma 105 friends di Tony e Ross, schierava Beatrice Borromeo. Che ribadiva coerentemente i suoi concetti espressi chez Santoro, senza peraltro abbinare ai concetti il grandissimo fascino con cui bucava il video.

Che cosa sottintende la battutina sulla Borromeo (che a me per altro sta abbastanza antipatica)?!?!?! Che una donna va ascoltata solo se fa il piacere di essere anche gnocca, altrimenti non merita la fatica?!?!

Come nel caso dell’accenno ai “disordini sessuali” di Boffo, Feltri e i suoi scagnozzi si dimostrano maestri nell’arte di inoculare tra le righe retrogradi e orrendi pregiudizi machisti, senza aver però il coraggio di dire chiaro e tondo che ritengono i gay dei pervertiti e le donne buone solo per trombare.
Facessero il piacere di andare a farsi fottere (come direbbero a Parigi)!