Mi piace

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Mi piace il mio lavoro (la scaramanzia mi corregge: quello che mi piacerebbe rimanesse il mio lavoro).

Sono a stretto, diretto, contatto con la gente: mi incuriosisce, la indago, mi indaga, la conosco, mi conosce, è onesta o ingannevole, aperta o fuggevole, sempre umana fino in fondo, sempre vulnerabile quando si siede davanti a me, perchè in fondo in fondo è sempre di soldi che si parla quando si arriva alla cassa di una banca. I soldi che hanno e che si consumano, i soldi che non hanno e che vorrebbero, quelli che spendono senza averli, quelli che finiscono troppo presto, quelli che sono troppi e quando lo sono diventano più sacri di figli e famiglia (che pena!), di quelli che devo far quadrare a fine giornata (che ansia, specie le prime volte…).

E poi (per fortuna) c’è anche altro, le visite mediche (perchè la banca ha fondato una società di mutuo soccorso per soci e clienti), i viaggi organizzati per i clienti, le associazioni che vengono a chiedere contributi e sponsorizzazioni per sagre e manifestazioni e alla fine qualcosina lo si trova per tutti.

E poi ci sono i cittadini del comune, che vengono da noi per pagare tasse, abbonamenti, oboli, balzelli, affitti, tasse scolastiche, abbonamenti ai trasporti, perfino i loculi del cimitero, oppure per ricevere i contributi e le sovvenzioni. E così, volente o nolente impari a conoscerli, sai che uno è il geometra tal dei tali che viene a pagare un sacco di concessioni edilizie e tasse, ma mai per sè, l’altro ha 2 figlie e una mamma che non sta granché bene, visto che percepisce un’assegno di cura.

L’altra mattina ho offerto una caramella ad un signore, fresco di vedovanza. Aveva gli occhi lucidi di lacrime da trattenere, per dignità, per timidezza. Non era anziano, avrà avuto 75 anni al massimo. Tornava dal cimitero e veniva a ritirare un assegno di cura per la moglie, che oramai non c’è più. Era fragile, quasi spezzato, così, assieme ai soldi che gli dovevo gli ho allungato la scatolina di metallo delle mentine bio-organic etc. etc. che tengo sempre nel cassetto e la raccomandazione di non farsi abbattere dalla vita. Lui mi ha ringraziato e m’ha regalato un sorriso coronato dagli occhi umidi, ma vivi e generosi e mi ha scaldato la giornata, la mente, le prospettive.

Mi piace il mio lavoro.


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