Uscita dal lavoro alle 21.10, quindi con 40 minuti di straordinario sul groppone,
che MI ricordo non mi saranno mai e poi mai pagati (il contratto non li prevede),
arrivo esausta nella mia casona deserta, silenziosa, tranquilla
(i miei sono andati a cena con amici in una rutilante sagra della zona).
Quindi chiamo il mio Tino per assicurarmi che pur lontano lontano stia bene e sia tranquillo in albergo,
poi mi spoglio un poco alla volta salendo verso la camera, mollo i vestiti alla rinfusa sul letto (ah, l’ordine che miraggio), e mi infilo in doccia per cospargermi a poco a poco di acqua gelata…
Che refrigerio, lo stess se ne va, la pelle d’oca sale e la tensione scende,
massaggio con spugna e guanto di crine, risciacquo e accappatoio. Già mi sento meglio.
Ceno con 3 prugne fresche di orto (non mio, di collega di papà) che il fratello mi aveva portato in ufficio,
corredate da gelatino biscotto della coop. Gnamme!
Poi cibo alle gatte, pigiamino, telefonata della buonanotte con Bubu,
3 paginete di Politkovskaja e taaaanta nanna.
Un serata meravigliosa, alla fine della fiera.