il feeling istintuale con le mie meravigliose cuggggine, che ho poche occasioni di vedere
l’abbracio che in tanti hanno riservato a me alla mia famiglia, di tanti che non avevano ragione di essere lì se non per confortare noi
la dolcezza del mio Tino che mi abbracciava e sosteneva con l’espressione sgomenta di chi vorrebbe fare di più e non sa come, quando invece stava facendo tutto in maniera meravigliosa
le parole commosse delle volontarie che avevano saputo valorizzare i mille talenti della zia, donandole una serenità mai sperimentata prima
l’incontro di tre amicissimi di vecchia data (correvano i ruggenti anni ’70) che si sono ritrovati dopo una vita.
Vorrei ricordare anche tutte le lacrime e lo strisciante senso di colpa che accompagnano la perdita di una persona cara a cui non sei stato vicino quanto avresti potuto: spero sia un monito per il futuro, per me che tendo ad avere la memoria corta.
Vi saluto con il sorriso dei tre amiconi, sbocciato nella giornata formalmente meno appropriata e proprio per questo sincero fino in fondo (nonostante i consueti “tagli di tabarri”)
Da sinistra verso destra: Umbe, Moreno e il mio Papà 🙂
P.S. Grazie a tutti per il sostegno di questi giorni.
Trovo che tuo papà assomigli molto a Tino fisicamente.
Mi spiace per tua zia 🙁
Le perdite sono sempre dolorose, ma purtroppo prima o poi capitano e bisogna trovare la forza di affrontarle; certo si avverte maggiormente una sensazione di ingiustizia quando riguardano persone giovani, come posso intuire fosse tua zia, ma non c’è altra soluzione che continuare a guardare avanti, anche perchè questo non significa assolutamente far venir meno il ricordo di chi è mancato.
E’ la prima volta che commento anche io sul tuo blog… ti sono vicino. Un abbraccio.
Davvero, grazie a tutti…
Io comincio a stare meglio.
Tanti bacini :*
abbracci abbracciosi.