Dopo lunga chiacchierata mattutina con la mia Molto Cugina
e dopo intenso scambio epistolare con la mia Comare,
devo ammettere che le relazioni sentimentali sono proprio un gran casino!
Ed io, che per 4 anni e mezzo m’ero cullata nell’illusione di aver imbroccato al primo colpo la strada della felicità, me ne sono resa conto poco più di un anno fa, quando è finita rovinosamente ed improvvisamente la mia prima Love Story a doppio senso.
L’incantesimo (oppure il giocattolo, vedete voi quanta amarezza dare a questo discorso) si è rotto quando ho capito che per quanti sforzi io facessi per adattarmi e corrispondere ad una certa immagine ideale,
le mie/nostre lacune non si sarebbero mai colmate in questo modo e io sarei sempre stata sull’orlo di affogare nel mare delle mie insicurezze (alcune delle quali prodotte dal rapporto stesso).
Non voglio qui dipingermi come una santa, martire e maltrattata, ma solo come una che non è stata per molto tempo in grado di capirsi fino in fondo.
Solo dopo questo brusco risveglio ho capito che stavo mentendo molto a me stessa e quindi anche a chi stava con me e non ho potuto far altro che far crollare tutte le mie maschere in una volta sola, provocando molto dolore.
Ora posso dire di essere felice pienamente, ma mi rendo conto che questa felicità profonda è molto più faticosa di quella illusoria in cui mi sono cullata per un po’.
Richiede intensa e puntuale autoanalisi, autentica capacità di mediazione (che è molto diversa da una pietosa menzogna), inesausta capacità d’ascolto di sé e dell’altro, il grande coraggio di parlarsi e di dirsi che a volte può esserci qualcosa che non va, infinito amore, profondissima quiete.
Solo così ogni cosa è superabile, e quando i nodi vengono al pettine, la matassa la si dipana in due.
E allora mille grazie al mio Tino che si impegna ogni giorno insieme a me per far funzionare la macchina complessa del nostro Amore.
E a chi l’ha preceduto, anche se non credo legga queste pagine, e a tutti voi che invece le leggerete rivolgo queste parole:
“May the road rise up to meet you.
May the wind be always at your back.
May the sun shine warm upon your face;
the rains fall soft upon your fields and until we meet again,
may God hold you in the palm of His hand.”
Lui non apprezzerebbe il riferimento a Dio e nemmeno molti di voi ci credono, lo so…
Ma la musicalità di questa poesia non meritava comunque di essere troncata,
e poi diciamo che quelle mani potrebbero essere benissimo intese come quelle delle persone amate, umanissimi “Numi Tutelari” di tutti i nostri giorni.
A me non sembrano poi così banali, anzi!
Dico solo una cosa: MINCHIA!
Nel senso che è una “sonora” riflessione.
Sarebbe da non commentare, pensare e basta… ma poi sembra che non voglia commentare le cose serie.
Ok, le commento. Ma in modo scemo…
La poesia è bellissima.
E no, le considerazioni non mi sembrano affatto banali.
La cosa più bella è quando pensi a lui o lo guardi per un momento di sfuggita e senti le farfalle allo stomaco , allora per quanto cerchi di analizzare a fondo te stessa e il rapporto capisci immediatamente che c’è una parte importante in un legame d’amore che appartiene solo alle emozioni .
Si può imparare a rapportarsi agli altri , a donarsi , a condividersi ; i sentimenti invece non si inventano o li provi o niente .
Parti sempre da questi , il resto viene dopo .
Grazie a tutti delle considerazioni e delle belle parole…
@ Asa-Ashel: l’amore è indispensabile… anche se annaffi e concimi una vasetto con regolarità e precisione, non spunterà mai nulla se manca il seme. Ho messo fine alla mia precedente relazione proprio per l’eccesso di zelo razionalista che contraddistingue il mio ex, quindi so benissimo cosa intendi :*