Pudicizia

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Pudicizia

Ormai non ne cogliamo più il significato.

Mi sento sporca, indignata, offesa, piena di vergogna.

Come italiana e come donna, doppiamente.

Il problema non è più solo, Silvio.

Il problema siamo noi, chi siamo, chi pensiamo di essere, chi vogliamo essere, che speranze ed aspirazioni abbiamo per il nostro futuro, che possibilità ci offre la società nella quale viviamo.

Io per me stessa non voglio questo. Non voglio che la concezione della donna che si è affermata in Italia finisca per condizionare la concezione che io ho di me stessa.

Voglio essere libera di ispirarmi a donne di potere e di successo, non avere come faro della rotta donne (schiave) del potere e del successo.

Non voglio pensare che l’unica via per l’affermazione di sè e del proprio valore sociale passi attraverso delle lenzuola  il palo della lap dance o la stanza del Bunga Bunga.

Quest’Italia mi fa orrore.



Buh, Bah, chi lo sa…

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Mi faranno sapere… Venerdì 17 😀

Che robe!

L’attesa però si fa mooooolto lunga. Uff!

E pensare che si tratta di una selezione per accedere a 8 mesi di studio(gratis)+lavoro-stage(non pagato), mica mi devono firmare un cotnratto da 5.000 euri al mese dopodomani, ma manco di 1.000 euri al mese, se è per quello.

Certo, sempre meglio di niente, soprattutto se tutto ciò servirà per avvicinarsi (di un bel po’ si spera) al miraggio del nuovo millennio: il posto fisso.

Ma poi, sto posto fisso, sono proprio sicura che mi andrebbe a genio?!

Certo è che questi due posti non fissi che mi trascinano su e giù per il Veneto cominciano a non andarmi più bene per niente.

Soprattutto uno dei due.

Soprattutto perchè mi sento un po’ presa per i fondelli e non mi garba per niente.

Soprattutto perchè mi sento presa per i fondelli per una cifra irrisoria (Chè i soldi non fanno la felicità, ma cornuta e mazziata proprio no, eh?!).

Soprattutto perchè mi sembra che questi due anni di lavoro matto e dispersivissimo non mi abbiano portato granchè più vicina all’obiettivo che più mi sta a cuore: costruire qualcosa di comune e solo nostro con il mio Tino.

Insomma, altro giro, altra corsa.

E se non sarà il Master l’altra corsa, vedremo di trovare un altro circuito ancor più promettente.

E se non sarà seren, si rasserenerà.

Ce l’ho fatta, finalmente, a sputare ‘sto rospo!

Bacini bimbi belli, We (heart) You!


Gelosia portami via…

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Ma soprattutto sono un po’ troppo gelosotta a volte…

Tipo ieri sera, ad esempio. Non è che io non mi fidi di te, anzi, è anche per questo che in fondo quando ti rompo le scatole e ti faccio le scenatine al telefono, c’è sempre una buona dose di esagerazione e ironia. Mi rendo conto però che il gioco è bello se dura poco, ieri sera invece l’ho tirata per le lunghe e tu ci sei rimasto male.

Scusami bubu.

Ho sentito questa canzone per radio stamane e ho pensato che cadeva a pennello

I don't need your freedom
*Boy* all I want right now is you

P.S. Ma che capelli meravigliosi aveva George?!

P.P.S. Questo post fa il paro e lo sparo con il post di Skram. Ma giuro che non sono mai arrivata al punto di impedirgli di uscire, al massimo rompo dopo, come in questo caso. Non che sia giusto, ma… la ragione non centra molto con la gelosia.


Wow vol. 2

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Ogni promessa è debito 😀

 

P.S. Forse è irrispettoso pensare di rivolgere un pensiero ai nostri caduti in Afghanistan attraverso questo video, ma a me la retorica pomposa e seriosa degli eroi non è mai piaciuta. Preferisco pensare che anche loro, nel fragore delle morti e nonostante la durezza della loro professione, avessero avuto il tempo di divertirsi così, almeno un’ultima volta.

Ciao Ragazzi. La guera è ottusa e cieca.


Escalation di Bubeschi sentimenti (o dell’incazzatura lavorativa)

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Sgroooooaaaaaaaaaallllllllll!!! Graoullll!!!

Sangue, voglio saaaaaaangueeeee!!!

Grrrr… Grrrr… Grrr…

Umpf… Umpf…

uhm…

Miaooooooooooo!!!

:'(

Ora voglio solo un weekend di coccole Bubesche.

Bubu preparati, chè Venerdì sera o Sabato mattina si fugge in montagna.

 

In compenso, per consolarmi, ho letto, quasi tutto d’un fiato questo:

More about Vai e vivrai

Bello. Se volete ve lo presto.


Odio! Odio! Odio!

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Tina odia essere messa in attesa al telefono (dal suo Tino).

Anche se preavvertita.

Soprattutto se a causa di un certo capo ‘ntipatticizzimo!

In compenso, sbraitando “Odio! Odio! Odio!” al telefono, mi è tornata in mente la mitica Maga Magò, e questo bellissimo duello, che mi fa sempre spisciare dalle risate.

Ve lo lascio come viatico, visto che oggi pomeriggio parto per Milano, con la mitica zia Lucy e due amici per andare a vedere Mika 🙂

 

Fate i buoni, torno domani 🙂

 


Del perché dei mille cambi di grafica di questi giorni…

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Il temino di wordpress che tanto ci piaceva ci sta facendo impazzire,

di conseguenza noi stiamo facendo impazzire voi a forza di grafiche e grafichette.

Prometto che ci stabilizzeremo, intanto se non riuscissimo a ripristinare il temino della tazza di the ne troveremo uno alternativo e semi-definitivo (almeno per la primavera-estate).

Scusate il disagio, stiamo lavorando per voi (e pure un po’ per noi).

Intanto, buon weekend!!!

Bacini :*


Just the way you are

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Don’t go changing, to try and please me
You never let me down before
Don’t imagine you’re too familiar
And I don’t see you anymore

I would not leave you in times of trouble
We never could have come this far
I took the good times, I’ll take the bad times
I’ll take you just the way you are.

 

Sì, anche se stamattina ti sei dimenticato di telefonarmi (e probabilmente ti dimenticherai di richiamarmi anche ora che te l’ho fatto notare), ti amo proprio così come sei :*


Maligna ottusità

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A questi signori che se la prendono tanto con la RU 486 che a loro dire “uccide i bambini” vorrei rivolgere un invito. Considerate tutte le altre cosa che tutti i giorni “uccidono i bambini”.

“Uccide i bambini” la povertà e la fame nel mondo, la mancanza di medicinali a basso costo per le malattie più banali, il divieto all’uso del condom che garantisce all’AIDS rapida e devastante diffusione.

“Uccidono i bambini” le mamme, che pure li hanno portati in grembo e voluti, in preda alla depressione post partum, lasciate completamente sole, spesso, disperate per la mancanza di sostegno, di un lavoro, di una luce in fondo al tunnel della povertà. Lasciate sole dalla disgregazione delle tanto amate “famiglie tradizionali”, dalla mancanza di asili nido che impediscono loro di lavorare per il sostentamento della famiglia e per recuperare una loro indipendenza e dignità al di fuori delle mura di casa.

“Uccidono i bambini” i papà, i patrigni, che picchiano e ammazzano loro e/o le loro mamme e poi magari le fanno sparire in un lago.

“Uccidono i bambini” i presidi e i sindaci che li lasciano a pane e acqua, o peggio, fuori dalla mensa perchè i loro genitori non riescono a pagare le rette, o meglio uccidono la loro spensieratezza, che non è cosa da poco.

“Uccidono i bambini” i pedofili e i preti pedofili, che ne violano l’intimità e l’innocenza, rovinandogli la vita per sempre, proprio quando sono più indifesi e vulnerabili.

“Uccidono i bambini” gli anni passati in orfanotrofio, per la mancanza di coppie che li vogliano adottare, per la lungaggine delle pratiche per l’adozione che sfiancherebbero chiunque (almeno in Italia), per il divieto a tante coppie (etero e omo) che convivono senza riconoscimento e che per questo non possono adottare.

“Uccide i bambini” la ronica carenza di organi “di ricambio” da trapiantare, il deficit costante di sangue per le trasfusioni, il ritardo della ricerca italiana causata dalla legge che blocca la ricerca sulle staminali (sempre in Italia).

“Uccide i bambini” la famigerata legge 40, o meglio uccide gli ovuli congelati (che, se non ricordo male voi considerate già “bambini”) e le speranze di procreazione di tante coppie, con gli assurdi lacci e lacciuli che mette alla fecondazione medicalmente assistita.

Ecco,  riflettete su questo e impegnatevi a cambiare queste cose.

Ma certo, è molto più difficile cambiare tutto questo che picchettare un ospedale.



Un vero gentleman…

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“Sapete perché – dice – Bresso è sempre di cattivo umore? Perché al mattino quando si alza e si guarda allo specchio per truccarsi, si vede. E così si è già rovinata la giornata”.

…Cavaliere, non le sto neanche a dire che razza di giornata mi si parerebbe davanti se tutte le mattine vedessi la sua bella faccia allo specchio…

E, in ogni caso, ma che razza di commenti sono questi?!?

Del resto ricordiamo che la povera Bindi era “Più bella che intelligente”… La Bresso, comunque ha dimostrato di essere bella (insomma ha pur sempre una sessantina d’anni) e pure intelligente quando ha ribatuto:

“Verrebbe da dire che è solo una battuta mal riuscita, per due motivi: prima di tutto perché, per la verità, io sono sempre di buon umore, è difficile trovare una mia foto in cui non sia sorridente. E poi perché quanto a trucco, ne uso poco, ne ho meno bisogno di Berlusconi. Sono più giovane e meglio conservata, anche senza lifting.”

Girl Power!

P.S. Siamo tornati di comune accordo al vecchio tema.. ci piace troppo!

—-  Aggiornamento…

No, ma scusate… E Calderoli con il lanciafiamme?!?!

Paura di spavento…


Mi è sembrato di vedere un Bubu…

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I guai di chi lavora nell’ IT

(Muahahahaahaha…)

da Downloadblog.it


Pessima salute. L’uomo non è fatto per stare seduto tutto il giorno davanti ad un monitor, ma neanche per entrare/uscire dalla sala macchine con lo sbalzo di temperatura che tutti in estate conosciamo bene. Ma non finisce qui. Chi lavora in IT spesso è costretto ad orari che variano a seconda dei problemi, con il risultato che si mangia e si beve quello che si trova, siano le 11 di sera o le 3 di notte. Per tenervi un po’ su di tono, evitate di consumare la pausa pranzo davanti al monitor (la tua bubu te lo dice sempre sempre sempre) e di bere troppo caffè delle macchinette: se riuscite fatevi un passeggiata, anche se si tratta di girovagare in mezzo al parcheggio aziendale (che tristezzaaaaaaa).

Il computer non è il vostro migliore amico. Questo è spesso sottovalutato: quante ore di vita sociale vi toglie il pc (“Basta Bubu, molla il pc/imac/ibook/pc di casa di bubu!!! Io vojo le coccoleeeeee!!!”)? “Spegnete” i soliti contatti e cercate di uscire con persone che non si occupano di IT ne a livello professionale ne a livello amatoriale, vi farà bene.

Stress. Qui sfondiamo una porta aperta. C’è lo stress di chi dai piani alti vi chiede vi fare qualsiasi cosa senza darvi i mezzi, c’è lo stress derivato da dover prendere ordini da chi confonde l’XML con l’XLS, e quello di dover passare il tempo a tappar buchi semplicemente per la negligenza e l’inettitudine altrui. E lo stress continua anche dopo l’orario lavorativo, con schiere di famigliari (da includersi anche i famigliari della propria bubu), amici, e amici di amici che vi telefonano o peggio bussano direttamente alla vostra porta, perchè il loro computer è andato in “tilt”. E non importa che voi siete il Dio dei mainframe, perchè per loro siete semplicemente quello che “lavora nei computer” (“Simone, tu che sai…..”).


Aiuto Bubu, sei proprio tu!!!

Devo salvarti da questo infernooooooo!!!