The Chronicles of Bubus

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Rubo un po’ di tempo al lavoro, che già s’è fatto asfissianteee (aaargh!), per fare rapporto sulle avventure nevose dei bubu 🙂

Comincio dicendo che sono stati giorni bellissimi, pieni d’ammmore e relax.

Sabato la giornata è iniziata frenetica, as usual: io al lavoro, Tino a recuperare la carrozzeria della Bimba finalmente verniciate (Yuppieee!!), poi pranzo a casa mia.

E non è finita qui: una gomma della Tino’s car semi sgonfia, di conseguenza pacchi e pacchetti in macchina di Tina, fuga a Mira per portare a casa Tino’s car (55 km in direzione ostinata e contraria rispetto alla montagna), visita a una delle Tino’s nonne (ahi que dolor!), Mega spesa preventiva e fugone in autostrada fino a Belluno (altri 100 km), poi la statale agordina al buio, l’arrivo finalmente al tanto atteso nido.

In casa c’erano 8° C ( e meno male che i cugini stavano scaldando l’appartamento sotto già da due giorni), fortuna che la stufona di ghisa funziona benissimo, i bubu si amano tanto e si sa che l’ammmoooore scalda 🙂 Dopo cena una grappina coi cugini e il paesaggio bianchissimo fuori dalla finestra ci hanno dwfinitivamente rinfrancati dal freddo e dalle corse e dalle emozioni della giornata.

La vita in questi giorni montani si è trascinata pigra pigra, sonnolenta e coccolona.

Mattina sveglia alle 10.30, coccole, aprire la finestra della camera, e tornare sotto le coperte al caldo, un’abbondantissima colaizone, due chiacchiere con i cugini, la spesetta al paesino vicino, il pranzo tutti assieme o da soli, pennichella o cineforum a letto sotto l’onnipresente piumone, altra passeggiatina, accensione della stufa, lavaggio piatti, cucinare la cena, filmino e/o grappina e/o chiacchiere e/o coccole…

La vita pigra che facciamo in montagna è pr noi benefica come un bagno caldo,

con i sali, un buon libro, la radio accesa e la musica classica in sottofondo.

Martedì mattina consapevoli che il paradiso all’improvviso ci avrebbe ri-scaraventati giù nel grigiore frenetico della vita di pianura, ci siamo ridestati e abbiamo deciso di immergerci nel bianco più bianco regalandoci una “ciaspolata” con i fiocchi.

Vi lascio con queste foto di bubu scemini e giocosi, di bianco puro tutto intorno, sperando che un giorno possiate venire a farci compagnia nel nido (è piccolo ma ci si dorme comodi in 6… poi il bagno è uno solo, quindi faremo a botte, ma pazienza!).

P.S. Non avete idea di quanto bello era vedere il mio Tino sguazzare felice nella neve immacolata con le ciaspe ai piedi 😀 Era felice come un bimbo!

P.P.S. I <3 Manine pinzottine :*


White Bubu

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Ben lontani dalle torbide iniziative squadristiche di qualcuno dei nostri governanti,
i bubu si tingono di white per immergersi nelle nevi della montagna,
dove la nanna, si sa ci guadagna!

Oggi pomeriggio partiremo per direttissima per il nostro bianco pre-natale: Nanna, Coccole, Nanna, Coccole, Nanna, Coccole ed ancora Nanna 😀

La neve che cade sul tetto, la legna che crepita nella stufa, il piumone, il mio bubu…
Insomma un paradiso!

A tutti voi un buon weekend, tanti baci ed un nevoso abbraccio :*


Sogno di una notte di mezzo inverno :)

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Trafelati, as usual, fuggiamo dai rispettivi lavori: l’uno ancor ingiaccato e incravattato, l’altra sbattuta come un uovo strapazzato.

Ovviamente senza l’ombra di una cena, chè “Non c’è tempo, sono le 8, lo spettacolo inizia alle 9, per arrivare a PotoCity ci mettiamo 1 ora e anca e anca…”, Selliamo il nero destriero del Tino e corriamo verso Samarcanda (ehm.. Potocity).

Arriviamo, ovviamente sul filo del rasoio, e ci si para davanti una splendida cittadina, solcata da dolci acque, palazzi restaurati con grazia, esili ponti di legno che paiono usciti da un quadro di Monet…

Non avendo ovviamente tempo da perdere corriamo veloci tra un “aaah… Ci sono i mercatini di Natale” e un “ooooh.. Ma c’è anche la pista del ghiaccio!!” e ci si para finalmente davanti il meraviglioso Teatro, sfavillante di luci, un foyer ricolmo di marmi, abitato ahinoi da sciocche ragazine che rognano sul prezzo del biglietto (ma si può?!?! Dico io, state per vedere il mitico Poto in scena, anche fossero 3.000 Euri sarebbero sempre pochi…), e poi finalmente ci adagiamo sul morbido velluto delle poltrone e lo spettacolo ha inizio.

L’atmosfera è onirica, come da copione,  la scena semplice ma suggestiva, gli attori un po’ emozionati all’inizio, ma tutti molto convincenti.

E poi arriva Lui, le luci non servono, ad illuminarlo basta il candore delle sue gambine scoperte (certo che sei fissato, eh?!?!?), fasciate in quei pantaloncini di velluto da ex scout che inchiattirebbero un’anoressica, ma che a Lui stanno benissimo (a proposito, non è che mi sei dimagrito encore?!?), con il Suo proverbiale eloquio inarrestabile, che dirige una branda di zotici (sempre da copione, eh…) come neanche Carla Fracci con le ballerine della Scala.

Insomma, un trionfo, la parte comica e ridanciana si adatta perfettamente al nostro guitto e tutto fila liscissimo.

E poi balletti, coreografie, folletti e ninfe, fate e amanti recalcitranti…

La trama non spetta a me raccontarla, se volete la trovate qui.

Vi dico solo che nell’ultima scena issano il Nostro addirittura su di una sedia sul proscenio, per meglio offrirlo all’ammmmmore del pubblico. E anche qui applausi e donne in deliquio che svengono, si ventolano, si spellano le mani (non sanno le poverine che… non c’è trippa per gatte!).

Noi ovviamente orgogliosissimi del Golden Boy di Diva e Nonna abbiamo fatto mille mila foto, peggio di una coppia di genitori japponesi.

Abbiamo aspettato la diva alla fine della piece (Ovviamente è stato l’ultimo ad uscire), e lui emozionato, ancor fremente e con baffetti da sparviero di matita disegnati ci ha presentati alla super mamma di ferro (Vestiti, Poto, Vestiti che prendi freddo, Vestiti) e ringranzindoci si è poi nuovamente dileguato dietro le pesanti cortine rosse come ogni brava Diva sa fare, apprestandosi a dare una mano a smontare palco e scenografie, come ogni bravo Poto sa fare.

Noi, sfiniti dalla fame ma sfamati di cuuuultura, siamo andati razzolando per le strade di Potocity, che ha confermato la sua fama di città splendida, offrendoci  uno splendido baracchino di natale che serviva, cucinati al momento, Frico carnico, polenta abbrustolita e pastin, innaffiati da un ottimo rabosello 🙂

Insomma, una serata FANTASTICA, nel vero senso della parola.

Grazie e complimenti piccolo Poto, bisous da tutti e due :*


Un Nastro grigio

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In alto, si dipana tra nudi (ehm… nubi) candide di vapore. Le dita degli alberi magre magre, secche secche si protendono a farsi coccolare dal sole.

Per un attimo sono un’essere fatato, nel regno dell’inverno, su una slitta che scivola nelle gelide nebbie incantate.

Torno con le ruote per terra, ma la magia nel cuore rimane.